La passione per l’anale di Maicol (parte seconda)

Il tempo passava, ed a 27 anni Maicol non era ancora riuscito a dar sfogo a quel suo ardente desiderio. Sbatterlo su e giù per il culo, a fondo, ad una donna. Con tante ci aveva provato, con diverse ci era andato vicino, ma con nessuna era riuscito a provare quella che ormai considerava l’estrema libidine della scopata anale.
Ma lui non demordeva, aspettava, si guardava intorno, soprattutto immaginava con la fantasia diverse chiappe dolci tutte da leccare, pronte a spalancarsi ad un suo comando. Certo, trovare una disponibile era difficle. Non c’era verso di capire se una ragazza lo avesse mai fatto da dietro semplicemente frequentandola, l’argomento era dei più scottanti. L’unico modo semmai era cercare di saperlo parlando con un’amica comune… ma poi la cosa poteva ritorcerglisi contro.

Finalmente l’occasione giusta arrivò. Fu durante una visita a Berlino a casa dell’amico Gianni, che era rimasto negli anni il suo confidente sul piano sessuale e sentimentale. Anche se fra uomini non sempre ci si racconta molto, Maicol e Gianni si dicevano tutto, confidandosi attraverso report mensili via Skype. Questa volta così al suo arrivo l’amico berlinese aveva preparato per Maicol una seratina molto piccante, con bagno turco e cena in un importante centro benessere a luci rosse della città. Lì ci sarebbero state vere troie da scegliere toccando con mano… e la maggior parte di loro si concedeva tranquillamente anche per rapporti anali! Ma Maicol non ne voleva sapere: “No! Mai e poi mai! Io non pago per scopare!” Gianni insisté che gli avrebbe offerto tutto lui. “No! Comunque dovrei usare il preservativo ed a me non piace proprio!”. Non c’era verso di convincerlo, così la serata fu dirottata in direzione di una festa techno in un vecchio squat in riva al fiume. Qui l’alcol scorreva a fiumi e forse anche qualcos’altro. Maicol si lasciò andare e la notte fu lunghissima. Era quasi l’alba quando si ritrovò avvinghiato ad una valchiria caldissima e puzzolente di birra, che lo stringeva baciandolo sul collo. Di Gianni intorno non c’era ormai più alcuna traccia e Maicol si accorse che l’unica cosa buona e giusta da fare era seguire quella morbida e caldissima ragazza che lo abbrancava. Visto che la sconosciuta non si reggeva in piedi, fu lui in realtà ad accompagnarla a casa, dopo che si era fatto indicare da lei la fermata della metropolitana. Durante il tragitto lei non smetteva di baciarlo dappertutto, cominciando a stuzzicare il suo attrezzo dentro ai pantaloni noncurante degli altri che occupavano il vagone, gente che andava a lavoro.

Giunta in casa, quando sembrava potesse toccare il pavimento e svenire da un momento all’altro, la valchiria si diresse in cucina e si preparò un centrifugato di frutta e verdura. Lo bevve, si fece rapidissima una doccia e tornò da Maicol che l’aspettava in salotto. Aveva le mani dietro la schiena, nascondeva qualcosa. D’un tratto tirò fuori un piccolo plug anale ed un vasetto di morbido unguento di calendula. “Lo usiamo? Me lo metti? Per prepararlo…” Maicol non credeva ai suoi occhi, raccolse in un secondo gli oggetti e rimase fermo immobile a bocca aperta, come un coglione. Lei si alzò e si tolse l’accappatoio mettendosi a pecora sulla parte di divano libera. “Forza dai! Che non abbiamo molto tempo… fra un’ora devo essere a lavoro”.
Maicol si avvicinò con il naso alle sue chiappe spalancate, completamente abbronzate e sode, inebrianti. Solo al loro interno e nei pressi dell’orifizio la pelle era ancora completamente bianca. Cominciò a leccarla partendo dai contorni del buchetto, poi con la lingua lo raggiunse ed aumentando la salivazione cominciò a penetrarla. Frizionava l’unguento con le dita nel mentre lei si inarcava aprendo ancor più le natiche. Pian piano la grossa punta del plug anale si fece strada nel culetto ed a Maicol venne il cazzo bello duro duro. La giovane tedesca dal nome sconosciuto adesso si muoveva con disinvoltura con quel giocattolino anale, preparatorio ad una ben più profonda penetrazione. Cominciarono a baciarsi ed in men che non si dica lui la penetrò nella figa, che trovò già untissima e madida di umori. Il sapore e l’odore della topa nordica lo riportarono con la mente a quelle estati della sua adolescenza in cui ‘andare a tedesche’ era lo sport più gettonato a livello locale, sulla riviera. La scopò a ritmo sempre più sostenuto finché lei non si fermò e si trattenne. Era vicina a venire ma non voleva raggiungere l’orgasmo nella figa, preferiva quello anale. In men che non si dica Maicol le tolse il plug dal deretano, si sputò copiosamente sulla mano per inumidire il buchetto e la sua cappella. Poi finalmente fu dentro, fu un’emozione nuova. Il culo di Nadia – aveva scoperto che si chiamava così guardando una foto sul comò mentre la fotteva, era morbido e selvaggio. Dentro ci si entrava bene, anche se in fondo era stretto e bisognava frizionare ancora bene con la saliva. Più che altro aveva capito che per entrare nel culo doveva avere il cazzo ben duro e completamente scappellato. Così si godeva. Pian piano prese il ritmo e sentì che anche lei rispondeva bene e dal dentro gli stringeva l’uccello con rapidi colpi sulla cappella bollente. Era arrapata e gli prendeva le mani portandosele sulle tette per stringerle, strizzarle con violenza. Le palle di Maicol, belle gonfie e pendenti, avevano cominciato a sbattere dal sotto sulla sua fighetta untissima e ad ogni colpo si sentivano crescere i gemiti di quella vera vacca. Ad un certo punto Nadia cambiò passo e si mise a dirigere direttamente lei i giochi. Il suo culetto era ormai morbidissimo e gustoso e lui mentre stantuffava forte aveva il cazzo tutto ricoperto di una dolce melassa bianca. Dopo poco Nadia cominciò a contorcersi toccandosi le labbra della fregna dal sotto. Urlava alcune parole in inglese, “Make me cum! Make me cum!”. Maicol, che si stava gustando quella prima scopata anale in maniera egregia, a quelle parole perse il controllo e lanciò un altro carico sopra quell’intensa ondata di piacere che gli era arrivata da lei. Divincolando il suo culo spasimante, Nadia lo condusse vorticosamente all’interno di un orgasmo anale fortissimo, composto di istanti di piacere tendenti all’infinito. Maicol si sentì esplodere zampillando il suo dolce miele bianco nel culo di lei che lo risucchiava traendone a sua volta un prolungato orgasmo.

Quell’intransigente ragazza tedesca si era finalmente rivelata la giusta iniziazione al sesso anale.

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