Le gemelle incestuose

Da tempo la famiglia Artimini non aveva avuto occasioni di ricongiungersi. Con le gemelle via a fare stage su stage dopo la laurea, alcuni dei vecchi allettati, la bellissima Maya in giro per il mondo per lavoro. Ma quel Natale di inizio millennio era venuto a mancare nonno Giacomo e tutti erano tornati a casa.
Le gemelle erano arrivate elemosinando i soldi per il biglietto aereo ai coinquilini, erano sempre squattrinate. I cuginetti Franco e Christian non avevano proseguito gli studi dopo i quindici anni ed adesso a vent’anni si ritrovavano proprietari di una ditta. Nell’occasione del lutto comune, per la prima volta Martina e Claudia – le gemelle, guardarono i cugini con interessato stupore. In tasca avevano i telefonini della Mela di ultimissima generazione, indossavano abiti eleganti e firmati, non si erano tirati indietro quando si era trattato di organizzare il buffet dopo la sepoltura del nonno. Insomma tutto lasciava intendere che quei due erano ormai persone pienamente adulte, forse mature in tutto e per tutto. Mentre loro due, con la testa sempre immersa in sogni e progetti, ogni mese aspettavano il bonifico da papà, che era sempre più scarno.

I giorni successivi alla morte del nonno coincisero con le vacanze di Pasqua. Tutti si fermarono qualche giorno in più, barricandosi in casa passavano da un divano all’altro. Il terzo giorno le gemelle giravano per le stanze in mutande e vestaglia e lo zio Nanni ronfava in salotto esausto di cibo, con la panza all’aria. Franco e Christian, che si divertivano a organizzare partite di poker e briscola a cinque, una sera tornarono a casa con la cena pronta, presa in rosticceria. Tutti i ‘grandi’ erano fuori per una visita parentale di lontano grado ed in casa c’erano solo le gemelle. I quattro cugini affamati si ritrovarono così a tavola, ed il vino nero riempì ben presto i bicchieri scaldando l’atmosfera.
Era da qualche giorno che quei quattro si guardavano con languidi interessi.
Il contatto fra cugini partì con una serie di ‘piedini’ sotto il tavolo. Le gemelle si tolsero le ciabatte e cominciarono a stabilire un contatto con i cugini toccandoli sui piedi, sulle caviglie ed un po’ fra le gambe, proprio vicino al pacco. Loro si dimostrarono un po’ sorpresi da quell’iniziativa, credendo che le ragazze avessero solo voglia di scherzare.
Poi fu Claudia a parlare: “Che ne dite se ci facciamo un caffè, ci prendiamo una bottiglia di grappa e si va su in camera a vedere un filmetto?”
I ragazzi erano contenti di essere entrati finalmente nelle grazie delle bellissime cugine che, fino a quel momento della loro esistenza, non li avevano cacati di striscio. Salirono in mansarda e dopo un rapido consulto la decisione cadde su Eyes Wide Shut, l’ultimo capolavoro mai terminato di Kubrick. I fratelli lo conoscevano ma non l’avevano mai visto quel film, mentre le gemelle erano almeno alla terza visione.
Si riempirono i bicchieri di grappa e si spensero le luci. Il nonno si era sempre trattato bene, con l’ultima tecnologia. Lo schermo OLED curvo da 55 pollici, l’impianto audio con Dolby Surround… dopo mezz’ora i ragazzi erano completamente immersi nella pellicola e gonfi di distillato di vinacce.

Ad un certo punto di sottofondo si cominciò a sentire un rumore, cadenzato e ripetuto. Una sorta di struscio… un rumore morbido di stoffa strusciata.
“Ma chi è che si muove?” chiese ad un certo punto Franco.
Nessuno rispose.
Il rumore cessò e poi riprese. Veniva dalla zona del divano dove erano sedute le gemelle. Facendo finta di niente Franco si mosse con la coda dell’occhio e dopo un po’ notò che al rumore corrispondeva un uguale movimento della spalla di Claudia.
Franco si alzò di scatto accendendo la luce e notò che Claudia ritrasse subito le mani che aveva proprio nelle mutande. Si coprì i jeans aperti con una coperta e sorrise senza troppo timore.
“Non ti devi spaventare cugi! Alla Cla ogni tanto brucia un po’ la patonza e le fa prendere un po’ d’aria… tutto lì”, intervenne per sbrogliare l’empasse Martina.
Franco, che in realtà stava fingendo di essersi alzato per andare in bagno, aveva sentito nell’aria l’odore dei ditalini, della fica buona e fresca. Appena ascoltò quelle parole trasalì sbiancando e cercò con lo sguardo il fratello. Ma non lo trovò. In pochi istanti la bionda Martina era saltata in grembo a Christian ed aveva cominciato a sbottonargli la camicia sul divano. Il ragazzo era rimasto impietrito e non sapeva che fare, ma quando lei con agile mossa estrasse il suo cazzo tozzo e lo liberò dalle mutande, anche lui si lasciò andare.
Nel frattempo Franco, che era rimasto fino a quel momento fermo, ritornò di scatto sul divano seduto a fianco di Claudia. Gli venne naturale di cominciare continuando ciò che lei aveva lasciato a metà. Le chiese “posso?”. E lei rispose ridendo “certo che puoi!”
Le abbassò i pantaloni stretti fino al ginocchio, tirò fuori il dito medio e se lo inumidì per bene. La cuginetta… stava per fare un ditalino alla sua cuginetta!
Lei sopra la passerina aveva un minuscolo ciuffetto di peli morbidi e lui ci appoggiava il pollice mentre la penetrava con le dita. La cuginetta godeva e Franco ci stava prendendo sempre più gusto. Ad un certo punto, mentre lui con la lingua era intento a fluidificare, lei ebbe un sussulto e si indurì con i muscoli del pube. “Sì! Sì! Continua a leccarmi con la lingua in quel punto lì! Non ti fermare! In quel punto lì! Non ti fermare per nessuna cosa al mondo!”
Nel frattempo dall’altra parte del divano Martina mugolava stringendo in bocca il cazzo largo di suo cugino Christian. Si era spogliata tutta e nel mentre se ne stava chinata offriva la vista del suo bel culo abbronzato ed aperto, umido e scintillante, su cui inevitabilmente caddero gli occhi di Franco. D’un tratto la bionda si stufò di succhiare, prese il cazzo in mano e vi montò sopra come a cavallo, sbattendo subito al trotto le chiappe.
Il film di Kubrick in televisione continuava ad andare ed i ragazzi magicamente lo seguivano con l’udito.
Ad un certo punto arrivò l’urlo acuto dell’orgasmo di Claudia. Quando venne – fra le labbra e le dita di Franco, gli prese la testa tirandogli forte i capelli. Subito dopo Franco si alzò e cominciò a baciarla restituendole il miele caldo dei suoi umori orgasmici. Aveva il cazzo duro e quando guardò negli occhi la cugina lei capì subito che l’incesto andava avanti, lui aveva voglia di un pompino. Si mise in ginocchio e cominciò a leccargli le palle.
Nella stanza l’aria si stava facendo davvero bollente, dopo le mirabolanti galoppate della coppia Christian Martina. “Mi raccomando quando stai per venire avverti ed esci…preferisco non rischiare… magari mi schizzi sulle tette, ti va?”. Appena udì quelle parole Christian ebbe un sussulto di calore partito dal profondo dei testicoli. Di scatto uscì dalla fica e cercò di trattenersi per non sprecare il seme schizzare la cugina tutta sulle tette. Tanto più che le aveva piccole ma sode e godé per davvero a livello estetico nel vedere come si impregnavano tutte del suo seme che zampillava copioso dalla cappella.
Nel frattempo, sull’altro lato del divano, Franco, che aveva le palle anche lui belle piene, guardò negli occhi Claudia e dicendo ripetutamente “Non posso, tu sei mica cugina!? Non posso, tu sei mia cugina!? Non posso, tu sei mia cugina!?” le fece ingoiare tutta la sua sborra.

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