Sesso e tradimenti in villaggio vacanza

Isabella si stava godendo la prima vacanza all-inclusive della sua vita. Villaggio turistico a Sharm con ogni confort e consumazioni illimitate, animazioni, gite, corsi, attività sportive. Era arrivata qui con Andrea, il suo boyfriend, ed avevano prenotato per quindici giorni. Ma non si erano dati una scadenza precisa per il ritorno, avevano lasciato il biglietto aperto. Che goduria!
Siccome le loro passioni erano divergenti, i due si ritrovavano spesso separati durante la giornata. Lui, laureato in archeologia, ma di professione bagnino, c’aveva il pallino per le antichità egizie e per la fauna selvatica. Partiva in Jeep con altri abitanti del villaggio. Lei invece alternava la tintarella a sessioni di snorkeling. Aveva fatto amicizia con Roberta, la conduttrice dei gruppi di snorkeling, una ragazzona ventenne di Roma con le sopracciglia bruciate dal sole.

Isabella e Andrea si ritrovavano la sera nella loro suite e si curavano con lussuose cene in camera a cui facevano seguito scopate selvagge, dove il cibo entrava come protagonista. Quella volta che lui l’aveva fatta girare supina a culo nudo e le aveva fatto scivolare il caviale nero fra le natiche. A lei faceva solletico, ma lui le aveva chiesto di inarcare la schiena per risucchiare tutto. Aveva dovuto infilare la lingua fino in fondo al culo per ripulirla per bene. Oppure quando lui era steso e lei lo stava massaggiando. Dal nulla lei aveva preso il miele con la frutta secca e cominciava a spalmarglielo sulle chiappe e sulle gambe. Poi la micetta leccava. A lei piaceva leccare ogni cosa, tirava fuori la lingua e la muoveva quasi in modo meccanico, godendo.

Anche se stavano insieme solo da pochi mesi, Andrea si fidava di lei. O almeno si fidava delle generose randellate di cazzo che le dava ogni sera per tenerla calma. Isabella era una di quelle tipe che le vedevi da lontano che sprizzava sesso da tutti i pori. Il taglio malizioso della sua bocca, quel bagliore in fondo agli occhi che sembrava dirti in ogni momento “voglio il cazzo”. Lui l’aveva capito subito che tipa era perché un suo vecchio conoscente, quando aveva saputo che ci stava intrallazzando, l’aveva messo in guardia… “vedi Andrea che la Marti tira dei soffoconi da rimanerci male!”. E non ci aveva messo troppo tempo a verificare se si trattava o meno di una diceria. Il secondo giorno che erano usciti insieme, lui l’aveva portata al cinema, allo spettacolo pomeridiano. Si era volutamente messo nelle prime file per godersi indisturbato una bella pomiciata con quella sua nuova ragazza. Ma già all’inizio del secondo tempo la situazione si era riscaldata oltremodo: lei si era intrufolata sotto la zippo dei jeans con le sue dita lunghe e secche e glielo aveva preso in mano stringendo forte. Dopo un buon quarto d’ora di seghe si era stufata, ed indispettita aveva preso a sbocchinarlo. A quel punto lui – che sentiva seriamente compromettersi la visione del film, non aveva resistito molto ed in cinque minuti le aveva svalangato in bocca una bella onda anomala di sperma, tanto che lei per deglutire e non soffocare aveva dovuto più volte tossire. Fu quella la prima sera in cui uscirono insieme, e lui se la ricordò per un bel pezzo.

In quella vacanza a Sharm-El-Sheikh così la stava nutrendo per bene di cazzo. Ce n’era per lei a colazione e merenda, e lui si faceva i frullati super energetici per tenere i testicoli sempre pieni, sempre in movimento. Aveva come la sensazione che, se anche solo per un attimo, avesse mollato il colpo, lei si sarebbe trovata qualche altra cappella da mungere.
Il patatrac successe il giorno che lui era andato via di mattina presto per visitare le incisioni rupestri di alcune grotte in pieno deserto. Il dune buggy che trasportava il gruppo di archeologhi si era rotto, ed aspettando i soccorsi Andrea aveva finito per tornare al villaggio la notte fonda. Isabella era rimasta stravaccata a bordo piscina per tutto il giorno, rosolando fra cruciverba ed occhiate fugaci ai maschioni che venivano a farsi un bagnetto.
Al tramonto Isabella aveva incontrato Roberta che le aveva offerto un aperitivo a base di ottimo gin. Fra un cocktail e l’altro le due erano finite sulla spiaggia e fantasticavano di meravigliose creature intelligenti da incontrare sott’acqua. Isabella aveva una laurea in biologia marina mentre Roberta si era immersa fino a 55 metri nelle profondità del mare.
Fu l’istruttrice ad un certo punto a stendere un telo sulla sabbia, invitando Isabella a sdraiarsi. La spogliò e sprofondò fra le sue gambe impunemente, cominciando a leccare la sua topa già piena di tutti gli umori della giornata. Isabella non si era lavata e lì per lì provò un senso di ribrezzo, ma il fatto che un’altra donna le stesse leccando la patonza, beh quello dopotutto era bellissimo. Guardava la palla del sole immergersi oltre la terra e sentiva ondate di calore che le nascevano dal fondo della spina dorsale, ondate di piacere che la condussero presto all’orgasmo.
Quando Roberta ebbe finito riemerse da là sotto continuando come a leccarsi i baffi dal dolce miele che aveva scovato. Isabella si rivestì ed andò a preparare da mangiare aspettando Andrea. Alla fine glielo avrebbe anche potuto dire… che si era fatta leccare la figa dalla conduttrice di snorkeling, Andrea forse si sarebbe anche eccitato immaginandosi la scena.
Ma la cena cominciava ad essere pronta da tempo e di Andrea non c’era traccia. Spizzicò al volo due polpette al sugo e si diresse alla reception in cerca di informazioni. Le dissero del guasto al motore e dei soccorsi inviati. Lei si diresse al bar in cerca di un caffè. Era come sollevata ed aveva voglia di fare, visto che era libera. Sospinta dall’eccitazione e da altro alcol si lanciò nella pista da ballo, prima nel gruppo salsa merengue bachata e poi, ulteriormente scatenata, a provare come belly dancer, danzatrice del ventre. Ma quella ragazza scatenata e non poteva sfuggire ancora per molto all’attenzione dei lupi presenti. Fu avvicinata dapprima da un banchiere, poi da un collezionista, ed infine da un diciannovenne di origini tedesche. Nessuno attirava la sua attenzione, ma l’arrivo inaspettato in sala di un giovane maschio muscoloso e culturista le fece rizzare i peli sulla schiena e non solo. Lui non sapeva ballare, ma lei ci si ritrovò avvinghiata in men che non si dica, come attratta magneticamente. Sudarono e si divincolarono nelle danze latine e quando la musica cessò scivolarono in camera per darci dentro di brutta maniera. Isabella era bagnatissima e si fece sbattere a lungo. Fluidificata dal precedente sesso orale lesbo era super eccitata al contatto con i pettorali gonfi e stringeva con i muscoli della vagina la cappella bollente del suo nuovo amichetto.
Alla fine, quando pensò che si era fatto tardi e lui non veniva, si mise in ginocchio e cominciò a tastargli le palle dal sotto, invitandolo a sborrarle in bocca o sul viso. Al solo pronunciamento di queste parole, lui sgorgò tutto il suo seme sul viso sorridente di Isabella.

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