Puttan tour

Andrea ed i ragazzi della chiesina avevano da poco compiuto diciotto anni. A quell’età la libertà aveva il nome di un’automobile ereditata dal papi, nella quale infilarsi stretti stretti in cinque o sei ed andare. Andare a correre per le strade di campagna fumando sigarette e gridando forte il nome delle compagne di classe più bone, su cui tutti avevano fantasticato più d’una volta. Tutti era grandi e vaccinati, ma piuttosto che bellimbusti, erano un po’ bamboccioni, timidi nell’approccio con le ragazze, che preferivano rivolgere le loro attenzioni verso quelli più grandi. Così Andrea, Alfio, il Gino, Patrizio e Micael per lo più fantasticavano di scopate possibili, o ripensavano sbavando alle loro esigue esperienze personali. Si passavano sui pc giga e giga di filmetti porno, che conservavano su un server in cloud che avevano comprato insieme – facendo colletta, per non farsi sgamare dai genitori. E siccome i genitori erano a loro volta amici ed uscivano spesso insieme nel fine settimana, lo sport manuale più praticato dal gruppo di amici era ritrovarsi in chat per scambiare giuste opinioni sui nuovi upload nel server, con tanto di marker per selezionare i punti salienti di ciascun filmetto. Il primo che ‘veniva’ metteva il suo giudizio – da 1 a 5 stelle, sul nuovo filmetto appena visto, così gli altri erano informati che lui era stato il più veloce a raggiungere l’orgasmo.

Successe una sera di primavera. L’aveva proposto il Gino, di fare il puttan tour, perché lui ci era stato una sera con quelli più grandi e lo avevano fatto toccare le minne di una gran battona. Montarono tutti e cinque sulla Golf del padre di Micael, era un sabato sera fresco e piovoso e si erano accordati di dire ai genitori all’unisono che andavano al bowling ed avrebbero fatto almeno le 2.

La maggior parte delle puttane si trovava sulla statale che dalla loro città conduceva al capoluogo. Poi c’erano delle deviazioni lungo la strada. “Vicino al lago ci stavano i transessuali, in aperta campagna le nere africane – le più economiche, che usavano accendere fuochi per riscaldarsi e farsi notare nella notte scura. Nella zona boschiva c’erano le mature, grasse e seminude a tutte le ore, disposte a tutto. Più t’avvicinavi al capoluogo invece, e più diventavano giovani, giovani boccioli appena arrivati dalla Bulgaria o dalla Polonia…” Nel mentre il Gino raccontava tutte queste cose ai ragazzi – descrivendole con una dovizia di particolari che qui, per motivi di spazio, non possiamo riportare, erano giunti sul posto.
Il Gino propose subito di fare una capatina al bar del benzinaio, per buttare giù alla goccia un caffè caldo ed un rum. Qui, nella zona ombrosa dietro alle pompe della benzina, alcune prostitute si rimettevano in ghingheri uscendo dai camion.
Belli carichi dalle bevute partirono per il puttan tour, affiancandosi dapprima ad una serie di milf vogliose che ammiccavano al loro arrivo. Il copione era più o meno sempre il solito. Accostavano e tiravano giù il finestrino. Il Gino, seduto a fianco del conducente, si informava su prezzi e prestazioni. Poi chiedeva un saggio di prova, di poter toccare il culo o le tette magari, di vedere la fissa. Gli altri dentro la macchina commentavano e si eccitavano, con i cazzi duri che gonfiavano i pantaloni. Anche Andrea, che era seduto sulla destra del sedile posteriore, abbassava il finestrino si prestava ai giochetti dell’amico per vedere di più.
Ad un certo punto, in una zona che il Gino aveva dichiarato tranquilla, i ragazzi ebbero un’amara sorpresa. Si erano accostati per conoscere meglio uno schianto di moretta che aveva alzato la borsina al loro passaggio in macchina. Un gran pezzo di figa, con due bocce sode ed uno stacco di gambe da record. La giovane brasiliana li guardava con gli occhi languidi e doveva avere un bellìabbassamento vocale, un bel mal di gola a giudicare da come parlava. Questa volta Andrea le chiese di poter vedere sotto la gonna. La ragazza senza esitazione alcuna si slacciò la minigonna e si tirò giù le mutandine, mostrando un flaccido cazzetto ridotto al minimo negli spazi angusti delle mutandine da donna. Era un trans! E che transone! Alfio si girò a guardare gli altri negli occhi senza dire nulla…il suo volto pieno di stupore e lentamente cambiava i connotati sembrando chiedere agli altri, con il movimento degli occhi: “ci facciamo un giro?”
Andrea si tirò subito indietro, così come Patrizio, ma Micael e Alfio non dissero niente, e dopo che il Gino si fu accordato sul prezzo lo seguirono nel parcheggio di un supermercato che si trovava lì dietro. Uno ad uno andavano verso il buio e se lo facevano prendere in bocca da quella creatura strana, spuntata nelle nebbie al lato della strada. Il primo fu il Gino, che poi raccontò che a sua volta l’aveva preso in mano e l’aveva succhiato a quella transessuale. “Mi era venuta voglia di sapere come era fatto… e poi meglio che succhiarlo ad un uomo vero…”. E lì i racconti del Gino terminavano, nessuno sapeva se si fosse spinto anche ad un rapporto anale. Fatto sta che era stato via quasi mezz’ora.
Micael e Alfio si vedeva che erano su di giri, un po’ si stavano pentendo della loro scelta, ma ormai c’era da farlo. Il primo tornò dopo poco, con pantaloni abbassati e lo sguardo triste.. “che figura!” pensò ad alta voce facendosi sentire da tutti. Nessuno lì per lì aveva capito se si fosse trattato di eiaculazione precoce o di mancata erezione. Alfio invece si divertì di più… “glielo ho sparato in fondo alla gola, fino a dove entrava!” raccontò con orgoglio agli amici dopo in macchina. “Quella troia lo sentirà per un bel po’… devo dire che più che un pompino si è trattato di una vera e propria scopata in bocca… sì, ho scopato in bocca un trans e questa è stata la mia prima esperienza sessuale!”
“Andiamo bene!” gridarono gli altri in coro, fatta eccezione per il Gino, che pensieroso guardava la strada di ritorno a casa con un velo di tristezza… il rammarico forse per non aver potuto dare pieno sfogo ai suoi desideri più reconditi, o magari la macchia della colpa per essersi spinto troppo oltre con quel trans ed aver seriamente capito di essere gay.

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